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Premio Letterario Internazionale Città di Melegnano 2013
XVIII Edizione

Ultimo aggiornamento: 28 Maggio 2014
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Andamento del concorso:
  • La data di scadenza è stata prorogata al 4 ottobre 2013
Risultati

La Giuria della XVIII Edizione del Premio di Poesia Città di Melegnano 2013, patrocinato dal Comune di Melegnano Assessorato alla Cultura e Identità, e presieduta da Benedetto di Pietro, per la poesia e Alessandra Crabbia, per la narrativa, rende noti i risultati:


Sezione Poesia:

  • Opera 1^ classificata: «Nelle celle frigorifere si riposa a testa in giù» Gianluca Lattuada, Baranzate (Mi). Questa la motivazione della Giuria: «Il mondo viene visto in maniera distorta se si sta appesi con la testa in giù. Il poeta ci pone davanti ad alcune situazioni. I luoghi che frequentiamo debbono parlarci non solo del presente, ma anche del passato, perché il presente è come la luce al neon che illumina ma “non cancella le ombre”. Il passato non deve fare paura, perché può essere stato migliore del presente. Ad esempio la periferia di Milano che in passato è stata scenario di battaglie e di atti di eroismo, ora è regno del degrado e i bambini giocano con materiali nocivi alla salute, mentre i ragazzi vivono di espedienti. Tutto ciò nell’indifferenza totale della “Milano da bere”, dove la gente si mette in fila come tanti barboni, nei supermercati e nei bar, e pensa dove andare a passare il fine settimana. Anche in altre nazioni lo scenario non è migliore: i droni bombardano uccidendo senza distinzione gente inerme e i sopravissuti alzano le dita in segno di vittoria. Viviamo proprio in un mondo alla rovescia e questa poesia di taglio sociologico ne è denuncia e ammonimento». Benedetto Di Pietro
    Vince Targa Città di Melegnano – Pubblicazione di un Libro di 32 pagine edito dalla casa editrice Montedit con assegnazione gratuita di 100 copie all’autore – Pubblicazione dell’opera premiata sulla rivista Il Club degli autori, sull’Antologia del Premio e sul sito Internet del Club degli autori www.club.it – Attestato di merito.
  • Opera 2^ classificata: «Di ritorno dalla spiaggia» Fabrizio Bregoli, Cornate d’Adda (Mb). Questa la motivazione della Giuria: «Nella calura estiva è facile raggiungere il livello di dormiveglia. Questa poesia, di ambiente marittimo, ci riporta al momento in cui il poeta attende l’autobus per tornare a casa. I ricordi della fanciullezza emergono; a quell’età la vita è sogno e trovare una conchiglia sulla spiaggia diventa un presagio, così come diventa un’evasione fare segni sull’acqua. Si è felici e, a differenza dell’adulto, l’unica cosa su cui non ci si interroga è se il giorno è stato pieno o vuoto. C’è raffronto tra la “misura del confronto, del ricordo” dell’infanzia con la vita dell’adulto quando i pensieri sono rivolti alle “scale da ascendere”, alla carriera. Il sogno ad occhi aperti è interrotto dall’arrivo dell’autobus del ritorno. Il poeta solleva il dubbio se il termine “ritorno” debba essere riferito ai luoghi in cui si vive da adulti oppure ai luoghi dell’infanzia, indelebili nella mente e da cui non si è mai partiti». Benedetto Di Pietro
    Vince Pubblicazione di un Libro di 32 pagine edito dalla casa editrice Montedit con assegnazione gratuita di 50 copie all’Autore – Pubblicazione dell’opera premiata sulla rivista Il Club degli autori, sull’Antologia del Premio e sul sito Internet del Club degli autori www.club.it – Attestato di merito.
  • Opera 3^ classificata: «L’ombra sfuggente» Piero Signorini, Reggello (Fi). Questa la motivazione della Giuria: «Il poeta si dichiara legato ad una terra in cui friniscono le cicale, una terra del sud, dove ha trascorso la sua giovinezza, un’“estate abbagliante”. Ci presenta quella terra come un’ombra “da gelida luna riflessa”. Ora l’età matura lo obbliga a vivere i ricordi che si presentano come una “linea piatta”, e le uniche emozioni, negative, hanno origine nel vedere solo popoli che vivono nella miseria e gente che li illude continuamente. Popoli che i potenti prendono in una rete, come pesci; ma la rassegnazione è peggiore. Così il suo attaccamento a quella terra lo porta a tentare di tutto per riprendere ciò che ha smarrito e spera che quei popoli prendano coscienza e comincino a “rialzar la testa / senza timore di ricatti” per riacquistare la loro dignità di uomini». Benedetto Di Pietro
    Vince Pubblicazione di un Quaderno di 32 pagine edito dalla casa editrice Montedit con assegnazione gratuita di 50 copie all’Autore – Pubblicazione dell’opera premiata sulla rivista Il Club degli autori, sull’Antologia del Premio e sul sito Internet del Club degli autori www.club.it – Attestato di merito.
  • Opera 4^ classificata: «Aidèe – Ultimo miraggio» Maria Rita Sirri, Cesenatico (Fc). Questa la motivazione della Giuria: «A parlare è un naufrago che raggiunge una terra in cui è possibile dormire la notte. Tutto ciò che poteva offrirgli la sua terra d’origine, l’ha avuto; ma c’era molto poco da pretendere da un paese in rovina. Obbligato a fuggire attraverso la sabbia del deserto, dove non è rimasta nessuna impronta sua, così pure nel mare sbattuto dalle correnti col miraggio di una vita migliore. Evoca i giorni passati nel mare in bonaccia e col sole a picco sulla testa. La persona in queste condizioni è “un guscio vuoto” e il tempo è fermo; del suo passaggio non rimane nulla ed ha solo una possibilità: tentare di tutto per approdare da qualche parte. Ed è la presenza dei gabbiani in mare che, come la colomba di Noè, lo avvisa che la terra non è più un miraggio, “Ora so che la speranza/ è un’oasi dissetante e profumata, / dove riposare / la sera”». Benedetto Di Pietro
  • Opera 5^ classificata: «Desolato viaggiatore» Fabiano Braccini, Milano (Mi). Questa la motivazione della Giuria: «Il poeta si dichiara disgustato nel guardare lo scempio che stanno per fare alla natura gli “uomini piccoli e senza cuore”. A cosa serve dichiararsi artisti, poeti e cantori” se poi non si ha rispetto per la natura, e si distruggono gli alberi e l’ambiente, cementificando tutto. Si sente un Don Chisciotte contro pale eoliche che girando emettono lamenti quasi umani. Le api fuggono a causa degli specchi solari, gli uccelli vengono respinti dalle antenne e non nidificano più. Ora percorrendo le amate terre dove ha passato la fanciullezza, trova tralicci e gabbie simili alle prigioni che “strozzano con mortali abbracci / ricordi, pensieri ed emozioni”. Una desolazione totale». Benedetto Di Pietro
  • Opera 6^ classificata: «La rugiada» Caterina Pentericci, Jesi (An). Questa la motivazione della Giuria: «Quasi la cronistoria di un incontro, questa lirica ci pone davanti al dolore di chi ritrova una persona amata trasformata a causa della malattia. Il coraggio manifestato nella buona salute, ora diventa paura. Nonostante la gravità de morbo, la persona è ancora capace di parlare con gli occhi e l’abbraccio avviene virtualmente attraverso questi organi che con la loro unicità espressiva diventano potenti mezzi di comunicazione. Una lirica positiva che salvaguarda la persona anche quando sembra che tutto sia finito». Benedetto Di Pietro
  • Opera 7^ classificata: «Troppo spesso» Gabriella Scomparin, Roncade (Tv). Questa la motivazione della Giuria: «Nella vita incontriamo spesso persone che vivono senza alcuna mèta, mentre ne troviamo altre che vanno sempre in giro e che noi invidiamo. Cerchiamo spiegazioni su cose che ci sembrano senza senso e immancabilmente cadiamo “nei fantasmi impossibili”. Troppo spesso seguiamo gli “abbagli mascherati / da sapienti improvvisati” e lì ci fermiamo. Anche l’infinito ci sembra stretto e non facciamo nulla per approfondire. Poi veniamo assaliti da un bisogno d’immortalità, che esiste e si trova nell’anima; ma noi non siamo in grado di sentire completamente e si stempera nella nostra razionalità. Il tormento esistenziale dell’uomo si ripresenta con tutte le contraddizioni». Benedetto Di Pietro
  • Opera 8^ classificata: «La battaglia di Marignano» Ferdinando Spinelli, Cologno Monzese (Mi). Questa la motivazione della Giuria: «Poesia a soggetto epico sulla battaglia di Melegnano del 1515, meglio conosciuta come Battaglia dei Giganti. Gli Svizzeri che occupavano Milano presidiarono invano Susa e Monginevro. Francesco I re di Francia attraversò l’Argentera con un esercito di cavalieri e pezzi d’artiglieria per conquistare Milano. Gli Elvetici, benchè inferiori di numero, attaccarono schierandosi su tre file tra il Lambro e la Vettabbia. I cannoni francesi sfondarono e poi si svolse una lotta corpo a corpo. Finì con la vittoria dei Francesi e Milano fu consegnata a Francesco I. La storia nella realtà vide coinvolti altri eserciti. La poesia è ben architettata strutturalmente e stilisticamente». Benedetto Di Pietro
  • Opera 9^ classificata: «Parole» Elisa Bassi, Collecchio (Pr). Questa la motivazione della Giuria: «Le parole a volte sono “scaglie sottili di solitudine”. Ma spesso sono illuminanti e vengono da noi assorbite e ne facciamo tesoro. Sono sciabole che penetrano nell’anima. Riescono ad inondare gli spazi infiniti quando parliamo di Dio. Quando frequentiamo la campagna, ci fanno rabbrividire ascoltando le cose che si facevano in passato messe a confronto col presente. Le parole hanno il dono di proiettarci in avanti quando facciamo discorsi per un domani, nella speranza di trovare una vita migliore». Benedetto Di Pietro
  • Opera 10^ classificata: «Poesia ignorante per bandiere sciupate» Alberto Lonni, Lazzate (Mb). Questa la motivazione della Giuria: «Questa vita strana ci sostiene nei giorni in cui la fantasia ci lascia e ci assolve per le illusioni della giornata. La vita ci ha dato in dono il corpo che portiamo, “martoriato dalla storia”, e che lotta per vivere cercando un minimo di agiatezza. In questa condizione umana, il poeta dichiara di sentirsi eversivo a causa della “muta anarchia” che regna nella la città e taccia di inettitudine chi vorrebbe sostenere che la vita sia disgiunta dall’eternità. In fondo, la vita è una.“allegoria / vestita di spine” e cammina barcollando come un ubriaco». Benedetto Di Pietro


Dal 4° al 10° classificato vincono: Attestato di merito – Pubblicazione della poesia sulla rivista Il Club degli autori, sull’Antologia del Premio con assegnazione di due copie del volume e sul sito Internet del Club degli autori www.club.it


Sezione Narrativa:

  • Opera 1^ classificata: «Inseparabili» Salvatore Mascaro, Melzo (Mi) Questa la motivazione della Giuria: «Quasi un secolo di storia siciliana vivida, violenta e palpitante è narrato da un vecchio palermitano a un giornalista, con ironica accettazione della follia individuale e di massa, ben rappresentata dal personaggio oscuro e paradossale di Rosa, appartenente alla classe nobiliare in decadenza, già così ben descritta da Tommasi di Lampedusa ne” Il gattopardo”.
    L’autore riesce a creare con sapienza un linguaggio popolare, nel quale l’idioma e le pause, l’intercalare e la costruzione delle frasi, rendono l’opera concreta, realistica e ammirevole sotto il profilo linguistico.
    Ciò rivela molta capacità, nel decondizionarsi da uno stile colto, calandosi con veridicità geniale nell’io narrante, un vecchio popolano quasi centenario.
    Tra le faide e i delitti d’onore di una società patriarcale, cresce il protagonista, figlio naturale di una guaritrice infallibile: egli è uno spettatore lucido dei drammi tragicomici del suo tempo, dello strapotere delle classi dirigenti corrotte, delle uccisioni e della patologica esistenza di Rosa, emblema di un ceto malato e prossimo all’estinzione.
    Rosa, bella ed esaltata, adoratrice fanatica di Mussolini, vive in simbiosi col suo pappagallo Benito, riservandogli tutto l’amore e la dedizione che riserverebbe allo stesso duce: da ciò nasce un’inseparabilità nevrotica con il pennuto, simbolo di un surrogato dell’amore, che la condanna a un’acida ed enfatica solitudine da zitella.
    Il pegno che pagherà sarà l’oblio: negli anni, nessuno si ricorderà di lei, e morirà dimenticata e sconosciuta, con Benito ormai impagliato e munito di due rubini al posto degli occhi.
    Ma molto altro ci sarebbe da dire: nel racconto, una multicolore galleria di personaggi morti ammazzati, sopravissuti e compari, fa da cornice a questo encomiabile libro in miniatura, che disvela come il tempo tutto cancelli, o, come diceva Tommasi di Lampedusa, “che le cose cambino, perché tutto resti come prima…”».
    Alessandra Crabbia
    Vince Targa Città di Melegnano – Pubblicazione di un Libro di 32 pagine edito dalla casa editrice Montedit con assegnazione gratuita di 100 copie all’autore – Pubblicazione dell’opera premiata sulla rivista Il Club degli autori, sull’Antologia del Premio e sul sito Internet del Club degli autori www.club.it – Attestato di merito.


  • Opera 2^ classificata: «Evitando Patrizia» Riccardo Landini, Reggio Emilia (Re). Questa la motivazione della Giuria: «Esilarante, sarcastico e umoristico, questo racconto è una vera e propria comica odissea del protagonista, un ragioniere con un unico guaio: la persecutoria onnipresenza della fidanzata Patrizia.
    La debolezza dell’uomo rispetto le pretese assolutistiche e dogmatiche di Patrizia, hanno come risultato una rocambolesca fuga, nella quale, nel pieno di avventure di fantozziana memoria, si ritrova prima lacero, ferito, arrestato come pazzo e clandestino, scambiato per clochard, e infine caduto per sbaglio da una finestra dell’ospedale in cui è ricoverato, per evitare Patrizia.
    Solo una morte pietosa lo libera da tale vessatoria condizione.
    Scritto con garbo e grande vivacità, ha il merito di far ridere di gusto, ma anche quello di creare una satira intelligente, con una punta di noir: forse tutti noi abbiamo avuto una Patrizia da cui fuggire, con la stessa foga e la stessa sgangherata sfortuna».
    Alessandra Crabbia
  • Opera 3^ classificata: «Il tram» Gianmarco Dosselli, Flero (Bs). Questa la motivazione della Giuria: «Accanto al focolare, un’anziana madre evoca al figlio le atrocità della seconda guerra mondiale, la miseria e le restrizioni, le speranze tradite di una generazione vissuta nella violenza del periodo bellico.
    Con toccante nostalgia di sopravissuta, confessa al figlio la tragica fine del suo primo amore, morto per salvarla su un tram bombardato.
    Tale slancio di amore eroico, resta impresso indelebilmente nell’anima del figlio, che raccoglie la desolazione della mamma, e al tempo stesso matura una gratitudine scorata per lo sconosciuto salvatore a cui deve la sua stessa esistenza.
    Commovente e corretto è un racconto di delicata introspezione storica, dal quale si evince con drammatico stupore che la guerra può distruggere tutto, ma non l’amore».
    Alessandra Crabbia
  • Opera 4^ classificata: «Ferragosto» Giovanni Tonellato, Cazzago di Pianiga (Ve). Questa la motivazione della Giuria: «Nella calura spossata di un ferragosto,vola l’assurda vacuità di un incontro tra un avvocato e un’amica di giovinezza, persa di vista da anni ma sempre desiderata.
    L’autore descrive con sguardo acuto, ogni oscuro dettaglio dell’ambiente, delle espressioni, e dei sotterranei moti del cuore, come in una sequenza di immagini cinematografiche.
    Il tema dell’incomunicabilità, così ben raffigurato dal regista Michelangelo Antonioni, tocca qui il suo apice, in un contradditorio dialogo interiore del protagonista, alle prese con i suoi demoni interiori, in lotta tra il desiderio, la noia, il conflitto e la sua reale impossibilità di raccontarsi.
    La donna, oggetto del suo desiderio, diviene un’immagine sbiadita delle sue tensioni interiori irrisolte, dei suoi dubbi esistenziali, e del suo fallimento amoroso.
    Scritto con dovizia di particolari, ci rimanda l’immagine di una Padova deserta: deserta come il cuore dei protagonisti, vicini fisicamente, ma divisi inesorabilmente dal non-senso e dalla banalizzazione dell’eros. È un’amara riflessione sull’anafettività dei nostri tempi».
    Alessandra Crabbia
  • Opera 5^ classificata: «Chissenefrega» Nicola Tonelli, Fiesso d’Artico (Ve). Questa la motivazione della Giuria: «Un ragazzo adottato, compie un viaggio sinistro e inquietante verso la Moldavia per conoscere il suo vero padre.
    I suoi pensieri si susseguono veloci e lucidi, testimonianza di una gioventù ribelle e stanca della tranquilla mediocrità della famiglia, ma anche cinica e pragmatica.
    L’autore tratteggia con spigliata e ironica ariosità le sue aspirazioni e le sue cadute.
    Il mito del successo tanto agognato, si configura nel personaggio del padre, un losco trafficante d’armi, che vive in un lusso arido e blindato, un uomo che uccide e semina morte, un uomo feroce che sta morendo di cancro e l’ha contattato solo per dare al legittimo erede la sua fortuna macabra e violenta.
    La catarsi del ragazzo è tutta nel suo rifiuto di una ricchezza insidiosa e malvagia, e nella nostalgia delle rassicuranti piccole gioie della famiglia adottiva: la sua fuga dal padre ci indica che non sempre i legami di sangue sono i più autentici: l’affetto profondo non conosce limiti e barriere e i suoi valori sono universali e invincibili».
    Alessandra Crabbia
  • Opera 6^ classificata: «Una brillante carriera» Franca Monticello, Montecchio Precalcino (Vi). Questa la motivazione della Giuria: «L’autrice scrive una bellissima favola moderna, comica e irriverente, nella quale, grazie a bugie stratosferiche e demenziali personaggi, Igino riesce a raggiungere una fama immeritata.
    Il protagonista, partito come sguattero nelle cucine reali inglesi, riesce via via a ottenere lavori prestigiosi, mentendo a dismisura sulle sue effettive capacità e sul suo curriculum.
    Anche quando la verità cruda si rivelerà, Igino riuscirà ugualmente a raggiungere la fama e il successo.
    Scritto con feroce ironia e disincanto, ci convince della banalità dello stereotipo, e ci fa sorridere sulla cecità della fortuna, che assai spesso in quest’epoca sorride agli stolti e ai furbi.
    Scorrevole e accattivante, è un racconto in equilibrio tra mito e satira».
    Alessandra Crabbia
  • Opera 7^ classificata: «Lucciole nei rovi» Nazareno Loise, San Pietro in Guarano (Cs). Questa la motivazione della Giuria: «Opera che si sviluppa in un macabro contesto onirico: tra nebbie avvolgenti e spettrali visioni universali, offre al lettore le riflessioni di un viaggiatore esistenzialista, che paragona la vita a un viaggio per mare.
    I naviganti vagano verso una meta nichilista, chi con speranza, chi con coraggio o terrore, tutti però accomunati dall’impermanente e casuale condizione umana, tutti vincitori e perdenti, persi nella somma di destini che s’incrociano senza alcun significato trascendentale.
    L’autore, emulo di Sartre, descrive l’inferno attraverso gli altri, e al tempo stesso è pervaso da una folgorazione di corale pietà per i suoi compagni di viaggio.
    Al suo risveglio dal sonno delirante, nulla cambia: l’inferno resta, in una notte nebbiosa e senza senso.
    Ciò che ci salva è solo la coscienza del dover vivere e perire, accomunati dal fattore umano, comune a tutti».
    Alessandra Crabbia
  • Opera 8^ classificata: «I pensieri uccidono» Luisa Bolleri, Empoli (Fi). Questa la motivazione della Giuria: «Una donna vittima della violenza fisica e psicologica del suo sadico compagno, dopo reiterate percosse e maltrattamenti, medita sulla sua esistenza logorata, e sulla speranza di una liberazione.
    Riconoscendo che la solitudine le porta un sollievo e una felice consapevolezza, decide di uccidere l’uomo.
    Valuta razionalmente e pianifica l’omicidio, ma il destino beffardo le impedirà di compierlo: il suo compagno morirà in un casuale incidente, prima del premeditato delitto. L’autrice descrive con sagace cinismo l’evoluzione psicologica della donna, il rapporto vittima- carnefice, e tocca il punto dolente di questi tempi, nei quali la donna è quotidianamente massacrata da uomini scialbi, crudeli e inetti.
    In una catarsi allegorica, inverte i ruoli, non arrivando però al delitto, come se il fato prodigasse quella giustizia tanto attesa, come se il pensiero potesse magicamente concretizzarsi.
    Ben scritto e palpitante, ci fa riflettere con amarezza sulla condizione femminile e sui suoi drammi».
    Alessandra Crabbia
  • Opera 9^ classificata: «Ogni alba ha i suoi dubbi, alcuni sono atroci» Tommaso Carlucci, Zelarino (Ve). Questa la motivazione della Giuria: «Un uomo che ha rischiato di investire un disabile, ossessionato dai sensi di colpa, vive una giornata sulla carrozzina conducendoci nei disagi psichici, mentali e logistici di chi ogni giorno lotta per sopravvivere in un mondo distratto.
    La lotta disperata per condurre un veicolo pluriaccessoriato ma deludente, la delusione e lo sforzo quotidiano, lo rendono tristemente consapevole di tutto il coraggio che la “diversità” deve avere per non pagare sulla propria pelle l’estraneità a un mondo indifferente.
    L’autore riesce a unire il linguaggio tecnico a quello del cuore, con grande maestria».
    Alessandra Crabbia
  • Opera 10^ classificata: «La scabrosa vicenda del chierico vagante di Borgopenice» Angelo Brofferio, Piacenza (Pc). Questa la motivazione della Giuria: «Con un’affabulazione di manzoniana memoria, l’autore narra la tragica storia di Calogero, sacerdote bello e dannato, e di Melissa, giovane donna bellissima e sfortunata. Il loro amore illecito, consumato nel profondo sud, dà luogo a uno scandalo che sconsacra le coscienze di entrambi, e condanna Calogero a una vile fuga e a una rigida esistenza, e la dolce Melissa a un suicidio per amore. Una nemesi implacabile colpisce tutti coloro che miseramente spezzano l’ordine sociale costituito, e Calogero e Melissa, sono vittime di se stesse, e dell’asprezza dei tempi». Alessandra Crabbia


Dal 2° al 10° classificato vincono: Attestato di merito – Pubblicazione del racconto in Volume Antologico dei racconti vincitori della sezione Narrativa, edito dalla casa editrice Montedit con assegnazione di 5 copie gratuite a ciascun Autore – Pubblicazione del racconto su Internet www.club.it


Opere Segnalate dalla Giuria con attestato di merito:

  • «Adamo &d Eva» Michael Zamaro, Strassoldo (Ud). Questa la motivazione della Giuria: «In un futuro apocalittico, l’unica coppia di sopravissuti, affamata e disperata, vede in un fiore sbocciato l’unica speranza di vita.
    Ma è un attimo: l’ultima esplosione cancellerà tutto.
    Paradossale e sardonico».
    Alessandra Crabbia
  • «I bossoli dei fratelli James» Massimo Martinelli, Capraia e Limite (Fi). Questa la motivazione della Giuria: «Un western inedito, nel quale il famigerato Jesse James è narrato nella sua umanità tenera e sgangherata, a contatto con la rude realtà e l’amore per la madre terra.
    In un contesto selvaggio e mitico, c’è la lettura di un anti-eroe leggendario».
    Alessandra Crabbia
  • «La bile della vita» Fulvia Vicentini, Bergamo (Bg). Questa la motivazione della Giuria: «Un lungo elenco delle piccole grandi cose che rendono la vita insopportabile.
    Con felice umorismo nero, l’autrice ci invita a superare le nostre idiosincrasie e ad apprezzare la bellezza della vita con le sue contraddizioni».
    Alessandra Crabbia
  • «Nurìa» Donatella Renda, Messina (Me). Questa la motivazione della Giuria: «Bellissimo racconto, nel quale l’autrice narra con forte realismo la vita di una giovanissima prostituta e un uomo conosciuto casualmente mentre passeggia col cane.
    La speranza di gentilezza umana della ragazza scompare presto, soffocata dall’impulso animale dell’uomo.
    Molto ben scritto, analizza la complessa psicologia del degrado e della sua asprezza».
    Alessandra Crabbia
  • «Rimpianto» Antonio Fadda, Simaxis (Or). Questa la motivazione della Giuria: «In una Londra nebbiosa e anonimamente affollata, il protagonista incontra su un bus, un personaggio spettrale e al tempo stesso familiare, fantasma onirico del rimpianto che afferra l’umanità nei suoi momenti di debolezza spirituale.
    Il paese natio e la donna amata e lontana sono evocati dallo spettro dickensiano, come in “Canto di Natale”, per ricordare che l’amore che abbiamo tralasciato resta con noi fino alla fine».
    Alessandra Crabbia
  • «Tre tragedie scampate a bordo della George Washington» Diego Giuliani, Palazzo Pignano (Cr). Questa la motivazione della Giuria: «Kurt, un musicista su una nave diretta in America, è vittima dei suoi stessi sospetti, pregiudizi e paure.
    Avendo la ventura di ascoltare brani di una conversazione tra Freud e il suo allievo, pura disquisizione psicoanalitica, interpreta a suo modo le parole per lui enigmatiche, e teme un’epidemia a bordo della nave.
    Paventando la peste il suo comportamento si fa nevrotico e concitato, fino all’esaurimento.
    L’autore ci fa ricordare che l’ignoranza genera mostri, e che ogni nuova concezione filosofica antesignana, è spesso repressa in ogni epoca, per la paura sociale che genera negli spiriti conservatori».
    Alessandra Crabbia


La premiazione si è tenuta sabato 25 gennaio 2014 alle ore 15:00 presso l’Auditorium «Recagni» della Scuola Sociale Accademia delle Arti in via Marconi 21 a Melegnano con il patrocinio della Città di Melegnano Assessorato alla Cultura,
Presente anche l’Assessore alla Cultura Raffaela Caputo. Direzione artistica a cura di Fabrizio Ferrari. Online le fotografie: Prima parte slide showPrima parte scaricabileSeconda parte slide showSeconda parte scaricabile


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